Peculato: usava l'auto di soccorso, ma non poteva

CRI condannata l'ex presidente Sentenza n.39347

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    Croce rossa femminile condannata l'ex presidente

    Valeria Vanossi condannata ad undici mesi di reclusione, anche se con pena sospesa, per peculato: usava l'auto di soccorso, ma non poteva

    Legnano, 10 novembre 2010- Undici mesi di reclusione. Condanna confermata, anche se con pena sospesa con i benefici di legge, per Valeria Vanossi. La Corte di Cassazione ha quindi condannato definitivamente l’ex presidente della sezione femmininile della Croce Rossa per peculato. Secondo la pubblica accusa, la donna avrebbe utilizzato l’auto di servizio della Croce Rossa per motivi personali. La Corte ha rilevato come i dipendenti della Croce Rossa siano «incaricati di pubblico servizio» e, come tali, a loro sia precluso l’utilizzo dei mezzi aziendali a fini privati. La dirigente è stata inoltre condannata per lo stesso reato per essersi anche appropriata di venti buoni pasto «riservati esclusivamente al personale della Croce Rossa addetto al trasporto degli ammalati».

    La donna era già stata condannata dalla Corte d’appello di Milano nel maggio 2008. Inutile il suo risorso Cassazione, volto a dimostrare anche che l’uso delle vetture aziendali per motivi privati e dei buoni pasto era «stato autorizzato dai rispettivi responsabili» e che in ogni caso «si era trattato di un uso solo momentaneo dei veicoli e di un infimo valore per i buoni pasto». La Corte ha respinto il reclamo della Vanossi e ha evidenziato come sono stati riconosciuti «il carattere di peculato d’uso» e le attenuanti generiche «in relazione alla ritenuta particolare tenuità dei fatti e del relativo danno patrimoniale».

    www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/201...femminile.shtml

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    PECULATO
    Condanna del dirigente per uso privato dell'auto blu
    Corte di cassazione - Sezione VI penale - Sentenza 12 ottobre-9 novembre 2010 n.39347


    Condannata per peculato la presidente di una sezione locale della Croce rossa per l'uso personale dell'auto blu e la sottrazione di buoni pasto riservati al personale incaricato del trasporto dei malati. La Corte di cassazione, con la sentenza n.39347, depositata oggi, ha chiarito che la ricorrente doveva essere considerata una incaricata di pubblico servizio e non, come lei pretendeva, una volontaria. La Corte boccia la linea di difesa dell'imputata che si era appigliata alla "lacunosa" normativa in materia, lamentando la fumosità di leggi e regolamenti da cui non si evincerebbe la natura di ente pubblico della Cri.
    Di parere opposto gli ermellini che ribadiscono il carattere pubblico della struttura e respingono al mittente le deboli argomentazioni usate per giustificare il comportamento illegittimo. Secondo la dirigente la condanna per peculato era troppo severa in rapporto alle azioni commesse: l'uso dell'automobile era stato, infatti, solo "momentaneo" mentre era "infimo" il valore dei 20 buoni pasto sottratti. Anche la scelta di custodire i ticket all'interno di un'agenda nella propria abitazione doveva essere considerata una semplice precauzione presa per evitare furti da parte di terzi.

    http://www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com/...eDocumentale=13

    La sentenza completa da leggere: http://static.ilsole24ore.com/G/GuidaDirit...13/12036069.pdf
     
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