SUGGERIMENTI, E CONDIVISIONI

AUTISTA SOCCORRITORE e SOCCORRITORE"

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    Coeslazio

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    SUGGERIMENTI, E CONDIVISIONI AD UNA PROPOSTA DI LEGGE PER
    "AUTISTA SOCCORRITORE e SOCCORRITORE"


    inviate i vostri suggerimenti su cosa dovrebbe prevedere una legge sull'autista soccorritore e sul soccorritore...
     
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  2. dumbo
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    Ritengo ingiustificabile la richiesta di 5 anni di servizio presso enti o strutture private per potere accedere ai concorsi per autista soccorritore. Nel mio caso infatti, avendo svolto da 20 anni un'attività autonoma come agente di commercio non posso partecipare. Credo pertanto sia opportuno rivedere tale legge e propongo una modifica tenendo in considerazione anche i lavoratori autonomi.
     
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  3. ragusa3
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    IO PROPORREI PER ACCEDERE AI CONCORSI DI AZIENDE PUBBLICHE CON LA QUALIFICA DI AUTISTA, ANZICHE' I 5 ANNI DI ESPERIENZA NEL SETTORE, DEI CORSI SPECIFICI E MAGARI UNA PATENTE SPECIALE CHE ABILITI ALLA GUIDA DI MEZZI DI SOCCORSO , ANCHE PERCHE' SONO CONVINTO CHE SE NON SEI PORTATO PER UN DETERMINATO LAVORO LO PUOI ANCHE SVOLGERE PER 20 ANNI SARAI SEMPRE UN MEDIOCRE IN QUEL LAVORO, E SICCOME SI TRATTA DI PAZIENTI ,GENTE CHE SOFFRE GIA' DI SUO, E NON DI FASCICOLI O OGGETTI NON CREDO SIA GIUSTO ARRECARGLI ULTERIORI DANNI. UN ESEMPIO BANALE SE LA VISTA DEL SANGUE FA IMPRESSIONE, CREDETE CHE UNA PERSONA CHE HA QUESTO HANDICAP POSSA ESSERE UN BUON AUTISTA DI AMBULANZA? PURTROPPO CREDO CHE PUR DI LAVORARE SI ACCETTA QUESTO LAVORO ANCHE CON QUESTO TIPO DI HANDICAP.
     
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  4. raffi40raffaele
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    Per fare autista di ambulanza,io propongo un corso di operatore socio sanitario, e tre anni di esperienza,per accedere ai concorsi pubblici...
     
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  5. fulminat
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    Progetto di legge
    "La figura professionale di autista soccorritore."

    REGIONE EMILIA ROMAGNA
    PROGETTO DI LEGGE

    di iniziativa del Consigliere
    Maurizio Parma
    Mauro Manfredini
    Roberto Corradi
    Luca Bartolini


    ______


    PRESENTATO IL 8 APRILE 2008


    RELAZIONE



    Con il termine “Autista Soccorritore” si intende individuare quella figura operativa che di norma siede al volante dei mezzi di soccorso sanitari, ed effettua il trasporto del paziente verso la struttura che lo ospiterà. Talvolta, il termine viene esteso anche a quegli operatori che effettuano trasporti sanitari non urgenti, ricoveri programmati, trasferimenti di organi, oppure che guidano "l’automedica".
    Eccettuata la Regione Veneto, con la L.R. n. 9 del 2004, attualmente in Italia non esiste una disciplina dell’Autista Soccorritore: tra la definizione formale e l’operatività che di fatto si esplica sulle autoambulanze c’è un divario concettuale, originato anche dalle difformità derivanti dalle diverse gestioni nelle varie località, tanto che una precisa e corretta inquadratura del termine non è possibile.
    Fino a poco tempo fa, nell’immaginario collettivo l’ambulanza era sinonimo di “velocità”; se ad una persona capitava di ritrovarsi, per un qualche gioco del destino, in stato di shock o di trauma, la sua preoccupazione, così come quella di chi gli stava accanto, era di raggiungere prima possibile l’ospedale più vicino.
    Oggi, l’immaginario collettivo si è evoluto, di pari passo con i criteri organizzativi del servizio e le tecniche operative di conseguenza impiegate. Oggi, l’ambulanza non significa più arrivare prima possibile lì dove la situazione verrà risolta, ma significa già di per sé affidare la risoluzione a mani sicure, in quanto l’équipe di soccorso si prende carico delle prime necessità del paziente, in base alle sue condizioni, e solo successivamente si procede al suo spostamento.
    In questo contesto, un “autista” che rimanga addetto esclusivamente alla guida del mezzo, in attesa che sia completa la stabilizzazione del paziente, è un concetto superato:
    a) per l’utenza del servizio, verso la quale risulterebbe scorretto che un “operatore 118” restasse inattivo in un momento critico;
    b) per l’ente che lo ha in forza, perché rappresenterebbe una risorsa umana non razionalmente impiegata;
    c) per l’operatore stesso, che quando conosce le dotazioni del mezzo e l’operatività dell’équipe di bordo, è in grado di partecipare all’azione.
    In effetti sono molti gli autisti che per esperienza diretta, avendo operato nel vano sanitario come personale di bordo, o per serietà professionale, avendo frequentato autonomamente e spontaneamente corsi specifici, sono in grado di coadiuvare con competenza il personale sanitario che opera il primo intervento di soccorso; tuttavia, ciò è riconducibile all’etica personale ed alle iniziative individuali, piuttosto che a specifiche scelte formative degli enti che gestiscono il servizio.
    Se anche alcuni gestori, sia pubblici che privati, si sono dimostrati più attenti al perfezionamento del servizio, attraverso il rinnovo o l’ammodernamento delle dotazioni e la cura della professionalità del personale, purtroppo altri resistono all’innovazione, per scarso interesse o per specifica ostilità e utilizzano mezzi obsoleti e/o non idonei alle nuove strategie di soccorso, in quanto non prevedono un approccio sanitario specifico nell’ambito del trasporto in ambulanza.
    Riassumendo, tale è lo stato di fatto: il nome di “Autista Soccorritore” è ancora teorico, e la qualità del suo operato è affidata alla serietà di ciascuno, mentre la definizione di “operatore tecnico” per gli autisti è concettualmente riduttiva ed operativamente superata.
    La presente proposta di legge, pertanto, vuole rispondere in maniera costruttiva e organica alle necessità fin qui rappresentate attraverso una delineazione ufficiale ed uniforme del profilo di autista soccorritore, che possa essere concretizzata con le stesse coordinate in tutti i presidi del territorio regionale, grandi o piccoli che siano, e che contempli in maniera completa, precisa ed obiettiva: i criteri selettivi di accesso; i criteri didattici e scientifici di formazione; i criteri di aggiornamento professionale; con parametri di specificità, ovvero in un progetto impostato “su misura”, ed allineato con le peculiarità delle altre figure operative del primo soccorso.
    Il perfezionamento dell’intero servizio, che giocoforza ne deriverà, potrà garantire:
    - un elevamento dello standard qualitativo delle prestazioni erogate;
    - una uniformità di risposta professionale all’utenza indipendentemente dalla località degli interventi;
    - un arricchimento dell’immagine del gestore;
    - una razionalizzazione delle risorse umane per gli enti gestionali;
    - un potenziamento della capacità operativa dell’intera équipe di soccorso;
    - una equa collocazione professionale per gli operatori coinvolti nel servizio.


    (Credo che questa proposta sia risolutiva per la situazione attuale che vede gli autisti coinvolti sempre nell'espletare mansioni acquisite con passaparola ed esperienza sul campo, messe in pratica però senza nessun riconoscimento giuridico e a proprio rischio.) :)
     
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4 replies since 11/5/2005, 23:24   766 views
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